Dal 1906 per far crescere TODI
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Fondata nel 1906 come “Associazione dei Commercianti”, ebbe il suo proprio nome nel 1928. Primo presidente Odoardo Comez. Già nella fase anteguerra aveva individuato la massima festa cittadina, l’8 settembre, e per esteso, l’intero mese, come periodo di riferimento per le principali manifestazioni, orientate da subito sulla linea delle mostre e delle celebrazioni identitarie, tra le quali, la più significativa, l’adunata dei “todini lontani”, già operante come abitudine, ma d’ora in poi alimentata e ritualizzata. Ma una vera attività in tal senso cominciò dopo la guerra, con una prima Mostra Zootecnica Mandamentale, a seguire una Mostra Todina sul Lavoro e, nel 1928 una Mostra del Costume Todino, nel Palazzo Vescovile.
Il 1929 vide la definitiva struttura assegnata alla giornata dell’8, col suo programma religioso e laico (obbligatori i “fuochi” al crepuscolo e fortemente voluta la serata a teatro, possibilmente operistica) e a quello che per lungo tempo sarà il “Settembre Todino”, che nel corso degli anni Trenta, vedrà la Pro Todi molto attiva, pur sotto l’occhiuta vigilanza del Regime. Due le grandi manifestazioni da segnalare: nel 1930 il Centenario Iacoponico (con inaugurazione del Monumento, mostra dei Codici, corteo storico e stagione lirica al Comunale), e nel 1933 il Corteo Ariostesco, con sfilata in costume per le vie cittadine.
La guerra del ’40-45, segnò un altro periodo di stasi, che durò fino al 1948, quando l’Associazione si ricostituì, con sede in Piazza Iacopone. Nuovo presidente Cesare Paparini. D’ora in poi, per quasi vent’anni, l’attività sarà raccontata dal periodico che la Pro Todi stessa editerà, partendo dall’ottobre del 1949 e arrivando all’estate del ’71: il mensile “Volontà”, diretto dal fondatore Luigi Adanti e, dopo la morte di costui, da Lorenzo Settembre. L’attività abbandonerà, al momento, la via delle mostre, per seguire quella del teatro, soprattutto operistico, perseguendo con fermezza, talvolta un po’ ostinata e indifferente all’evolvere della società e del gusto, nel programma di mantenere a Todi la tradizione otto-novecentesca delle stagioni liriche, possibilmente in settembre. Vi riuscirà solo poche volte, in parte collaborando alle fasi organizzative in alcune riprese del 1949 (aprile e settembre) e del 1965 e ‘66 e, in un caso eccezionale, in prima persona, facendo da tramite, per via di proprie conoscenze, con il tenore Beniamino Gigli, da cui ottenne l’assenso ( in forma gratuita) per un concerto al Teatro nel ’53, e per la partecipazione alla stagione lirica in Piazza del luglio 1954. Nello stesso anno, in settembre, volle assumersi gli oneri, anche economici, di un Festival dell’Operetta al Teatro, che le costò, purtroppo, un passivo, poi faticosamente ripianato, ma tale da convincerla a non ritentare esperimenti del genere. Il supporto alle attività teatrali tornò ad essere quello di accoglienza e collaborazione organizzativa. Così per la compagnia di Checco Durante nel ’52 e per la rassegna cittadina “L’Aquila d’Oro” negli anni ’55 e ’56. Morto Paparini nel ’53, era subentrato, intanto, alla presidenza Luigi Volpetti.
Nel 1956 rinacque a Todi l’Associazione Commercianti e si riaprì l’interesse per le mostre, di cui la prima fu nello stesso anno, una “Mostra delle arti figurative e artigianato artistico” nella Sala delle Pietre, ideata e diretta, a nome della Pro Todi, da Lorenzo Settembre, ripetuta negli anni successivi, con l’estensione, nel ’61, al settore restauri e antiquariato. Dal ’68 in poi, però, la voce “mostre” si sarebbe riassunta, a Todi, nella grande e storica “Mostra dell’Antiquariato” ospitata nel Palazzo del Vignola, che dominò fino al tragico epilogo del il 25 aprile 1982, lasciando poco spazio ad altre iniziative in quell’ambito. La Pro Todi, con il nuovo presidente Umberto Mammoli, aveva già trovato altri spazi, sia di rappresentanza, partecipando ufficialmente, nell’estate del ’60, alla fondazione del Gemellaggio, nel cui comitato sarebbe entrata come membro di diritto, sia nell’editoria, con la pubblicazione, nel ’56, della prima edizione della “Guida storica e artistica” a cura di Carlo Grondona, e in seguito del figlio Marco, che poi avrebbe continuato a gestire per oltre trent’anni.
Nei primi anni Ottanta, creatosi il vuoto dopo il disastro del Vignola, l’Associazione, guidata ora da Mario Resta, ricominciò a coltivare l’idea delle mostre, tentandone una “di quartiere” nella Valle Bassa, poi non ripetuta, e qualche altra in altri ambienti, ma il frutto più importante di quegli anni fu la fondazione di un proprio periodico, mai più esistito dopo la cessazione di “Volontà”, e nel 1984 vide la luce “Città Viva”, bimestrale a tutt’oggi esistente.
Mario Resta passò poi il testimone (dopo un breve passaggio di Luigi Foglietti) a Marco Maria Pirrami, il cui triennio, ’96-99, produsse l’album “Todi, c’era una volta”, contenente foto dalla fine Ottocento al 1960. Seguì alla presidenza Sandro Antonini, che trasmise un lascito importante come il restauro dell’affresco sopra l’arco di Santa Prassede, curato dal socio e consigliere Massimo Rocchi Bilancini.
E siamo ad oggi, a Maria Giovanna di Tria, prima presidente donna e forestiera, nonché detentrice di un primato di longevità. E’ in carica, infatti, dal 2002, l’anno in cui la socia e redattrice di “Città Viva” Lorena Battistoni ha composto “Ci vediamo a settembre”, edito dalla Pro Todi, che racconta per esteso la storia dell’associazione fin qui sintetizzata. I ventuno anni seguenti, contrassegnati da questa straordinaria continuità di dirigenza e ponte tra il passato e il presente, meritano una trattazione a parte.
La presidenza di Tria ha convissuto per breve tempo con alcune funzioni e tradizioni del passato, quali la gestione dell’Ufficio Turistico, cessata nel 2004 con il suo passaggio diretto al Comune, e la cerimonia di accoglienza dei “todini lontani”, già storicamente usurata, e, pertanto, abolita nel 2013, poi ha vissuto per intero il lungo periodo dei trasferimenti di sede, iniziato con l’abbandono della piccola stanza sotto i Portici Comunali, proseguito con i due ambienti dell’Etab e il piano alto del Palazzo dei Priori, e concluso con l’approdo in Via Mazzini. E proprio per la concessione delle ultime due, di proprietà del Comune, e segnatamente per l’attuale, che si spera definitiva, ha sottoscritto con il suddetto un patto di collaborazione che prevede la disponibilità a turni di vigilanza alle mostre ospitate nella Sala delle Pietre, sulla base di un determinato numero di ore all’anno.
La presidenza di Tria è iniziata in parte mantenendo l’orientamento precedente delle mostre, anche se non più ormai dell’Antiquariato, rarefattesi ovunque, bensì dell’Arte e Artigianato Artistico, ma poi si è data una propria linea, varandone dei nuovi, sia in ambito artistico-figurativo, da cui il sostegno prestato ad esposizioni di molti artisti locali o forestieri, sia nella convegnistica e nelle attività musicali. I massimi eventi di tali e altri settori seguiranno in elenco, qui si citano i ricorrenti, per lo più realizzati in sinergia con altre associazioni cittadine: il contributo alle manifestazioni natalizie, soprattutto ai presepi e all’animazione per strada, il patrocinio a manifestazioni letterarie (Premio “Iacopone da Todi”, promosso da “Gli Amici dell’Umbria”, dal 2004 al 2007) o ricreative ( Eurochocolat edizione nel 2002, “balconi fioriti” nel 2004), la collaborazione ad eventi di beneficenza (confezione delle Pigotte con l’Unicef, visite con momenti ricreativi ai ricoverati della Veralli Cortesi). Ha poi ravvivato la tradizione conviviale, di difficile gestione per la fluidità, sia di numero che di umori, del corpo sociale. Vi è riuscita con appuntamenti pressoché regolari, come le cene sociali nei ristoranti cittadini, o eccezionali come le gite, che hanno raggiunto nel settembre 2007 Toscolano Maderno, sul Garda ( con cui fu attivo per qualche tempo anche un gemellaggio) e, in tempo ancora pre-Covid, l’Expo a Milano, in ottobre 2015. Ecco un elenco dei principali eventi, annoi per anno.